Come da comunicazione inviata da Booking alle strutture iscritte al portale, a partire dal 1 maggio la piattaforma si adeguerà alle normative dell'Ue, applicando l'Iva del 22% sulle fatture relative alle commissioni. Quali saranno gli effetti di questo adeguamento e cosa cambierà, nello specifico, per i privati senza Partita Iva?
L'applicazione dell'Iva sulle commissioni di Booking avrà effetti diversi a seconda del regime fiscale adottato dall'attività ricettiva (con o senza Partita Iva). Più precisamente, per le strutture dotate di Partita Iva valida per le transazioni nell'Ue, le cose resteranno invariate. Booking, infatti, continuerà a non applicare l'Iva avvalendosi del meccanismo del cosiddetto "Reverse Charge". In questo caso, quindi, l'imposta calcolata continuerà ad essere versata alle autorità fiscali italiane dalle strutture ricettive, che si faranno carico del versamento in regime di inversione contabile.
Discorso diverso va fatto, invece, per le strutture ricettive non gestite in forma imprenditoriale e per gli immobili privati affittati per brevi periodi. Per questa tipologia di attività, non è possibile applicare il "Reverse Charge", perché l'Iva, in questo modo, non risulterà pagata né dal portale né dalla struttura. Ed è proprio su questa tipologia di strutture che l'applicazione dell'Iva sulle commissioni Booking avrà maggiori effetti.
Per i privati senza partita Iva, infatti, il portale emetterà fattura con Iva italiana (ossia calcolata con l'aliquota del 22%) e verserà l'imposta alle autorità fiscali italiane, come previsto dalle normative europee. In caso di mancato versamento, inoltre, le normative prevedono sanzioni che possono variare tra il 90% e il 180% dell'imposta stessa. Va precisato che il nuovo calcolo dell'imposta non andrà ad incidere sull'Iva applicata al prezzo del soggiorno pagato dagli ospiti, ma solo alle fatture delle commissioni inviate alle strutture iscritte al portale.
Per le attività non gestite in forma imprenditoriale, quindi, l'Iva fatturata da Booking si tradurrà in un costo in più, facendo risultare la commissione applicata più alta rispetto a quella fatturata alle strutture con partita Iva. Per ovviare a questo "aumento", gli host potrebbero alzare le proprie tariffe 4-5%, diventando però meno appetibili. In alternativa, per queste attività senza partita iva potrebbe diventare più conveniente usare altri canali o adottare in autonomia strategie diverse e campagne promozionali per stimolare prenotazioni dirette.