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La Commissione Affari Costituzionali del Senato, accogliendo le istanze di Federalberghi, ha approvato un subemendamento che prevede esplicitamente l'applicazione agli hotel delle semplificazioni in materia di installazione dei dehors, eliminando così incertezze interpretative e disomogeneità che fino ad oggi penalizzavano molte strutture.

L'attuale normativa, contenuta nell'articolo 26 della legge 16 dicembre 2024 n. 193 (Legge annuale per il mercato e la concorrenza), prevedeva già procedure semplificate per i dehors, ma faceva riferimento in modo generico alle imprese di pubblico esercizio. Questa formulazione aveva lasciato spazio a interpretazioni non uniformi, con il rischio di escludere gli alberghi che offrono il servizio di ristorazione ai soli ospiti. Il nuovo subemendamento chiarisce definitivamente l'ambito di applicazione della norma, assicurando uniformità di trattamento per tutte le strutture ricettive.

Federalberghi, dopo aver richiesto intervento correttivo, accoglie con favore la decisione. Secondo l'associazione di categoria, questa soluzione rappresenta un passo equilibrato a beneficio del turismo italiano, capace di offrire certezza normativa e condizioni eque tra le diverse categorie di operatori, riconoscendo agli hotel il diritto di usufruire delle stesse procedure agevolate già in vigore per bar e ristoranti.

Arriva un'altra proroga: dehors e tavolini all'aperto fino al 2027

Parallelamente, arriva anche una nuova proroga per il regime "light" introdotto nel 2020 in materia di dehors e occupazione di suolo pubblico. Le regole semplificate, nate in periodo di emergenza covid per sostenere bar e ristoranti, vengono prolungate fino al 30 giugno 2027, rispetto alla scadenza precedentemente fissata al 31 dicembre 2025.

L'emendamento al disegno di legge sulla Semplificazione delle attività economiche evita così che i Comuni debbano ripristinare nel breve periodo autorizzazioni ordinarie e vincoli più restrittivi, mantenendo in vigore l'attuale sistema di permessi snelliti. Si tratta di una decisione che offre continuità agli operatori, ma che riaccende anche il dibattito sulle conseguenze di una deregolamentazione ormai prolungata per oltre cinque anni.

Lo stesso emendamento concede al Governo un anno in più per attuare la delega prevista dalla legge sulla concorrenza, fissando al 31 dicembre 2026 il termine per l'adozione del decreto legislativo che dovrà riordinare e coordinare le norme in materia di concessione di spazi e aree pubbliche di interesse culturale o paesaggistico. L'obiettivo dichiarato è arrivare a una disciplina nazionale chiara e omogenea, che superi definitivamente la frammentazione regolamentare e le continue proroghe. 

La posizione della FIPE sulla proroga delle regole per i dehors

La FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha definito la proroga un "male minore". Pur riconoscendo il valore pratico della misura, l'associazione evidenzia come i continui rinvii abbiano rimandato l'adozione di una legge quadro nazionale capace di offrire regole chiare e uniformi. Secondo FIPE, il settore ha bisogno di una disciplina stabile, che garantisca certezze agli imprenditori e consenta di gestire in modo equilibrato gli spazi pubblici, tutelando al contempo decoro urbano, sicurezza e accessibilità.

La federazione, inoltre, sottolinea che i dehors rappresentano un elemento strategico di sostenibilità economica e sociale per molte attività. Nel rispetto delle normative locali e delle condizioni di sicurezza, FIPE invita a considerare gli spazi esterni come un un presidio di vivibilità urbana, in quanto favoriscono la socialità, migliorano la qualità dell'ambiente cittadino e contribuiscono a rendere le città più accoglienti e dinamiche.

 

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