Airbnb, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con l'Agenzia delle Entrate in merito alla riscossione e al pagamento della cedolare secca. Secondo tale intesa, la piattaforma online per gli affitti brevi verserà un totale di 576 milioni di euro, relativi all'imposta dovuta per gli anni 2017-2021 (incluse sanzioni e arretrati) e si impegnerà, a partire dal 2024, ad agire come sostituto di imposta per il versamento della cedolare secca.
La decisione fa seguito non solo alla sentenza pronunciata dal Consiglio di Stato lo scorso 24 ottobre, ma anche all'indagine svolta a novembre dalla Guardia di Finanza che ha portato a un sequestro di 779 milioni di euro per il mancato pagamento della cedolare secca.
Per il periodo 2022-2023, rimane da definire un accordo per l'imposta dovuta. Tuttavia, a partire dal 2024, Airbnb si impegna ad riscuotere e versare al fisco italiano la cedolare secca sugli affitti brevi, agendo come sostituto di imposta (ossia trattenendo l'importo dovuto direttamente dalle somme pagate dagli affittuari alla piattaforma). Questo impegno rappresenta una garanzia anche per i proprietari che mettono a disposizione i propri immobili mediante Airbnb, che potranno affidare alla piattaforma il pagamento dell'imposta.
L'accordo rappresenta una svolta dopo anni di controversie tra Airbnb e il fisco italiano. Negli anni passati, la piattaforma ha eluso la richiesta di conformarsi alla legge italiana del 2017 (che prevede il pagamento da parte dei portali online della cedolare secca per conto degli affittuari), sostenendo la necessità di valutare caso per caso le attività di locazione. Tuttavia, la recente decisione riflette la volontà di Airbnb di aderire alla normativa vigente e risolvere le divergenze con le autorità fiscali italiane.