I sindaci di molti comuni italiani chiedono più potere per limitare gli affitti brevi, soprattutto nei centri città. In mancanza di una normativa nazionale, alcuni comuni stanno già mettendo in atto dei provvedimenti in autonomia, tra possibili ricorsi al TAR e opinioni discordanti delle associazioni di categoria. È il caso di Firenze, che dopo il recente blocco degli affitti brevi, ha visto rigettare i primi ricorsi presentati dai gestori, a favore del nuovo regolamento comunale. Dopo il caso di Venezia, anche il comune di Roma si appresta ad approvare una normativa in senso restrittivo, insieme ad altre amministrazioni in tutta Italia che stanno valutando provvedimenti per regolamentare la proliferazione di B&B e appartamenti per la locazione turistica.
Vediamo qual è la situazione nei comuni italiani che hanno già posto in essere dei provvedimenti, o stanno per attivare nuovi regolamenti in merito alle locazioni turistiche (come Roma, Firenze, Venezia, Milano e altri comuni), quali sono le posizioni delle associazioni di categoria (come Federalberghi) e il dibattito che a livello nazionale vede contrapposte le richieste dei sindaci alle posizioni del Governo.
La situazione dei comuni italiani
È importante capire come si stanno muovendo i diversi comuni, poiché questi potrebbero fare da "apripista" ad altre città che vorrebbero attuare dei provvedimenti simili. Tuttavia in molti attendono che i provvedimenti già in essere passino al vaglio dei tanti ricorsi presentati, in modo da poter essere replicati in altri comuni senza il rischio che siano invalidati, considerato anche che in italia manca una normativa che assegni particolari poteri ai sindaci e alle amministrazioni comunali per regolamentare gli affitti brevi.
Affitti brevi a Roma: il Comune prepara nuove misure per regolare il turismo e tutelare il centro storico
Con l'avvicinarsi del Giubileo del 2025, Roma si trova ad affrontare la complessa sfida dell'overtourism. Tra i provvedimenti allo studio, il Comune sta valutando un nuovo regolamento per limitare l'uso di appartamenti e strutture residenziali per gli affitti brevi, fenomeno che negli ultimi anni ha trasformato il mercato immobiliare della capitale, portando a un aumento dei prezzi e alla riduzione di disponibilità di alloggi a lungo termine per i residenti.
Il cuore del progetto è la delibera delle Norme Tecniche d'Attuazione (Nta) del Piano regolatore generale, che verrà discussa e probabilmente approvata in Campidoglio a breve. La nuova normativa, introduce linee guida per distinguere la categoria "affitti brevi" all'interno del residenziale e prevede un regolamento specifico, in accordo con la legge regionale sul turismo. Il Comune punta così a intervenire sugli indici di saturazione e sulle licenze per evitare la crescita incontrollata delle strutture extralberghiere, specie nel centro storico, dove la pressione turistica è maggiore.
Per l'assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia, l'obiettivo non è contrastare il turismo, ma distribuirlo meglio, riducendo la pressione su zone già congestionate. L'idea è quella di valorizzare altre aree di Roma, meno frequentate dai turisti, ma ricche di siti archeologici e culturali.
Oltre a incentivare la diffusione del turismo al di fuori del centro, il Comune mira a limitare la proliferazione di B&B e appartamenti turistici attraverso strumenti urbanistici specifici. Una delle proposte prevede che ogni intervento di cambio di destinazione d'uso verso il residenziale, nella zona centrale, sia autorizzato solo se il proprietario si impegna a non trasformare l'appartamento in struttura ricettiva extralberghiera.
Bisognerà vedere se questi provvedimenti (che non sono mai retroattivi e quindi non incidono sulle attività già avviate) siano sufficienti per avere un impatto tangibile considerando i limiti alle nuove aperture.
Firenze e il blocco degli affitti brevi: ricorsi e prime conferme dal Tar
Firenze, città simbolo del patrimonio artistico e culturale italiano, è una delle città che si trova a fronteggiare il fenomeno crescente degli affitti brevi. Negli ultimi due anni, infatti, si è registrato un incremento del 32% delle locazioni turistiche, portando il Comune a varare misure drastiche per preservare la residenza stabile e migliorare la qualità della vita nel centro storico. A tale scopo, il Consiglio comunale ha approvato una variante al Piano operativo che impone un blocco dei nuovi affitti brevi nel centro Unesco della città.
La nuova normativa è stata oggetto di numerosi ricorsi con richiesta di sospensiva, ma il TAR ha recentemente rigettato le prime due richieste, permettendo al Comune di continuare la sua azione di regolamentazione. La sindaca Sara Funaro ha espresso soddisfazione per l'esito delle prime udienze, sottolineando come questo risultato dia più tempo e stabilità al Comune per lavorare su nuove misure di regolamentazione. L'udienza di merito è stata fissata per maggio, offrendo al Comune la possibilità di approfondire il quadro normativo, al fine di arginare l'espansione del settore degli affitti turistici brevi.
In occasione del Forum sul turismo tenutosi recentemente a Firenze, anche la sindaca Funaro, come molti altri sindaci, ha sottolineato la necessità di un quadro normativo nazionale che permetta ai Comuni di intervenire in maniera più incisiva. L'esperienza di città come Venezia è stata citata come un esempio di regolamentazione necessaria per preservare il patrimonio urbano e la vivibilità dei centri storici.
Venezia: regolamento, limiti e novità per i gestori
A Venezia, la giunta comunale ha recentemente adottato un nuovo regolamento sugli affitti brevi per equilibrare l'afflusso turistico con la qualità della vita dei residenti. Ricordiamo che Venezia è stata una delle prime città a prevedere la possibilità di un regolamento comunale già dal 2022.
Per effetto delle nuove disposizioni, il regolamento comunale permette ai proprietari di affittare per un massimo di 120 giorni all'anno senza vincoli aggiuntivi, limitando così l'impatto sul mercato residenziale. Per chi supera questo limite, sono imposti vincoli come l'obbligo di check-in in presenza, per assicurare un controllo più attento sull'afflusso turistico e preservare la vivibilità del centro storico.
Il Comune di Venezia ha inoltre introdotto una moratoria sulle nuove locazioni turistiche nel centro storico, valida fino al 31 dicembre 2026. La delibera urbanistica, approvata il 24 ottobre 2024, prevede un periodo transitorio di 120 giorni dalla sua approvazione definitiva, durante il quale i proprietari possono iscriversi al registro comunale presentando una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Trascorso questo termine, non sarà più possibile iscriversi fino alla scadenza della moratoria.
Milano: manifestazioni e discussione in consiglio comunale sulle lock-box
Sabato 9 novembre, Milano ha visto una manifestazione contro il fenomeno degli affitti brevi e la diffusione dei lock-box (le piccole cassette di sicurezza contenenti le chiavi) che sono apparsi in varie aree della città. I manifestanti hanno chiesto regolamentazioni più severe, tra cui la rimozione dei lock-box dagli spazi pubblici e un tetto sui canoni di locazione.
Dopo la presentazione di una mozione specifica, la giunta milanese ha deciso di affrontare il tema dei lock-box nel regolamento di polizia urbana, per cui sono attese a breve alcune novità in questo senso.
Richiesti più poteri per i sindaci
Il tema della regolamentazione degli affitti brevi sta portando alla luce una richiesta di maggiore autonomia per i sindaci nel controllo di questo fenomeno, specie nei centri turistici interessati dal cosiddetto "overtourism".
La richiesta di autonomia e regolamentazione del fenomeno a livello di singole città viene richiesto da diversi esponenti delle amministrazioni locali, associazioni e comitati cittadini. In particolare, questi ultimi sono stati protagonisti di diverse azioni di protesta, evidenziando un malcontento legato alla vivibilità dei centri cittadini da parte dei residenti.
Federalberghi chiede una legge quadro nazionale
Durante il Forum Internazionale del Turismo, il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha rilanciato l'idea di una legge quadro nazionale per regolamentare gli affitti brevi, chiedendo al contempo che i sindaci delle città abbiano il potere di intervenire per rispondere alle esigenze specifiche dei loro territori. "L'Italia è fatta di tante peculiarità e particolarità", ha dichiarato Bocca, sottolineando come borghi e città d'arte abbiano esigenze molto diverse. Nei borghi, dove spesso mancano le strutture alberghiere, gli affitti turistici rappresentano una risorsa. Nelle grandi città d'arte, invece, l'overtourism favorito dalla proliferazione degli appartamenti turistici richiede un controllo locale più mirato.
Giani: autonomia ai sindaci per affrontare l'overtourism
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ha evidenziato come un maggiore potere ai sindaci sia fondamentale per affrontare l'overtourism e l'impatto degli affitti brevi nelle città d'arte, come Firenze, Pisa e Siena. "Ogni comune ha una situazione diversa, e il fenomeno va letto a livello locale", ha affermato Giani. Mentre in alcune città l'afflusso turistico necessita di misure regolative per preservare la residenza, nei piccoli centri gli affitti brevi possono contribuire alla riqualificazione delle abitazioni inutilizzate. Anche secondo Giani, l'autonomia dei sindaci sarebbe auspicabile per adattare le politiche locali alle esigenze specifiche dei diversi territori.
Le posizioni del Governo
Il Governo mantiene una posizione cauta sulla regolamentazione degli affitti brevi. In particolare dal Ministero del Turismo è sempre arrivato un segnale chiaro nel senso di non voler limitare la libertà dei proprietari di immobili. Attualmente, la richiesta di maggiore autonomia delle amministrazioni comunali non sembra allineata con le posizioni del Ministero, che invece di concedere piena autonomia ai sindaci, sarebbe più incline ad incoraggiare un lavoro congiunto tra governo, regioni e amministrazioni locali, con l'obiettivo di bilanciare la tutela dell'iniziativa privata con le esigenze urbanistiche e residenziali.
I recenti provvedimenti, come l'introduzione della Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDRS) e del Codice Identificativo Nazionale (CIN), non sono infatti orientati ad una limitazione del fenomeno, ma piuttosto vanno nella direzione di far emergere il sommerso e fornire più strumenti di controllo alle amministrazioni preposte, soprattutto maggiori controlli fiscali resi possibili dall'incrocio tra la banca dati nazionale, i dati a disposizione dei comuni e le dichiarazioni dei redditi (che dovranno riportare il CIN, come disposto dalla Manovra 2025).