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Il turismo in Italia sta vivendo una fase di trasformazione. Accanto alle città d'arte e alle località più note cresce l'interesse verso destinazioni che offrono esperienze autentiche, a contatto con natura, tradizioni e cultura locale. Si tratta di un fenomeno che intercetta il bisogno di viaggi meno convenzionali e che allo stesso tempo apre nuove possibilità di crescita per le strutture ricettive.

Alla base di questo trend c'è il desiderio di vivere esperienze più vere, capaci di unire scoperta, benessere e sostenibilità. I turisti non cercano soltanto monumenti o città d'arte, ma vogliono immergersi in contesti meno conosciuti e poco affollati, assaggiare i prodotti tipici, scoprire piccoli borghi, intraprendere cammini nella natura.

Secondo i dati dell'Osservatorio del Turismo dei Territori, in uno studio realizzato da AstraRicerche per Feries, tre italiani su dieci hanno già provato questa formula di viaggio e la tendenza è in forte crescita, soprattutto tra i 25 e i 44 anni, residenti nelle grandi città. Ancora più significativo è il dato sulle prospettive future e sulla conferma che il turismo dei territori sarà al centro delle preferenze nei prossimi anni. Quasi tre italiani su quattro, infatti, dichiarano di voler orientare le proprie scelte verso questo tipo di esperienza.

Turismo dei territori: le mete più apprezzate dagli italiani

Dalle indagini emerge l'immagine di un'Italia variegata, dove a crescere sono le destinazioni che si collocano al di fuori dei circuiti più frequentati. Tra le mete più apprezzate abbiamo la Toscana, scelta da oltre il 40% degli intervistati, seguita da Trentino-Alto Adige (32%), Puglia (30%) e Sicilia (29%). Anche Sardegna (26%), Umbria (26%) e Abruzzo (24%) si collocano tra le preferenze, a conferma della volontà di esplorare mete capaci di coniugare paesaggio, enogastronomia e tradizioni locali.

Questa distribuzione geografica, che coinvolge l'intera penisola, mostra come il turismo dei territori possa contribuire a ridurre la concentrazione dei flussi, valorizzando aree meno battute ma ricche di potenzialità.

Opportunità per il settore turistico-ricettivo

Un aspetto che interessa da vicino gli operatori dell'ospitalità riguarda le modalità di soggiorno. Chi sceglie il turismo dei territori predilige vacanze di media durata (tra i 4 e i 7 giorni) e opta per soluzioni come agriturismi e appartamenti indipendenti, che offrono comfort senza rinunciare al legame con il contesto locale.

Per le strutture ricettive si tratta di un'opportunità concreta. Da un lato intercettare nuovi segmenti di clientela, dall'altro differenziare l'offerta puntando su esperienze personalizzate, attività all'aperto, percorsi enogastronomici e collaborazioni con le realtà del territorio.

Un altro elemento che rende questo fenomeno ancora più rilevante è la sostenibilità. Oltre il 70% degli italiani riconosce che il turismo dei territori produce effetti positivi sia per i viaggiatori che per le comunità locali. Favorisce lo sviluppo delle economie locali, il rispetto delle tradizioni e la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Inoltre, contribuisce a una migliore distribuzione stagionale dei flussi.  Per gli italiani, la primavera è considerata il periodo ideale (66%), seguita da estate (54%) e autunno (51%). Questo andamento offre alle strutture la possibilità di lavorare anche nei mesi meno forti e riducendo la pressione sulle destinazioni più affollate. 

Un trend destinato a consolidarsi

Il turismo dei territori si configura come un cambiamento profondo nelle abitudini di viaggio, dove autenticità, sostenibilità e legame con le comunità locali assumono un ruolo sempre più centrale. Per hotel, agriturismi e operatori dell'accoglienza questo significa cogliere l'opportunità di ridefinire la propria proposta, trasformando l'ospitalità in un'esperienza che crea connessioni reali tra ospiti e territorio.

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