In questo articolo vedremo perché è conveniente aprire un b&b, analizzando non solo le differenze con le altre tipologie di strutture ricettive, ma anche il regime fiscale più vantaggioso da adottare. Illustreremo, inoltre, quali sono le opportunità e le agevolazioni fiscali da richiedere per avviare questo tipo attività.
Indice degli argomenti:
Quali sono le norme e i regolamenti sui b&b
Sempre più spesso, i proprietari di case o appartamenti con più di 3 o 4 camere decidono di destinare i propri immobili all'ospitalità, senza però essere definiti veri e propri imprenditori, ma semplicemente per integrare il proprio reddito. In questo caso si parla di b&b in forma non imprenditoriale. Al suo interno il proprietario dell'immobile deve avere la sua residenza (o il domicilio durante il periodo di apertura dell'attività) e questa è una delle prime caratteristiche che differenzia un b&b da un attività ricettiva di tipo imprenditoriale.
Il b&b rappresenta una delle soluzioni più adottate, in quanto caratterizzato da obblighi e costi diversi rispetto alle altre tipologie di attività ricettive. Il bed and breakfast, infatti, è una struttura extralberghiera che comprende l'alloggio e la prima colazione (sia in forma imprenditoriale che non imprenditoriale).
Ci sono, poi, altri requisiti fondamentali:
- mentre il b&b è gestito da uno o più proprietari che mettono a disposizione singole camere per determinati periodi dell'anno, la struttura ricettiva di tipo imprenditoriale è un edificio destinato esclusivamente all'ospitalità in qualsiasi periodo dell'anno e prevede la gestione da parte di uno o più imprenditori privati;
- il numero di stanze di un b&b non deve superare una certa soglia (da 3 a 6 in base alla regione), con alcune regioni che stabiliscono limiti di stanze e posti letto anche in base alla forma imprenditoriale o non imprenditoriale;
- anche per i giorni di permanenza degli ospiti in un b&b è previsto un tetto massimo, cosa che non accade per le attività ricettive imprenditoriali.
Per quanto riguarda le norme che disciplinano l'apertura di un b&b, queste sono regolamentate dalle singole Regioni (secondo la legge quadro n° 135 del 29 marzo 2001 per il settore turistico-alberghiero). Sono, dunque, le norme regionali a stabilire i diversi criteri da rispettare, come il numero di posti letto (che va da 6 a 20 posti letto) e il numero di camere (che va da 3 a 6 camere), nonché le regole da osservare per lo svolgimento dell'attività (come, ad esempio, i giorni massimi di permanenza dei clienti).
I regimi fiscali più convenienti per i b&b
Con o senza partita Iva? Qual è il regime fiscale più vantaggioso per i b&b? Nei paragrafi successivi, andremo ad analizzare i due casi più frequenti, concentrandoci sui pro e contro di entrambi.
Aprire un b&b come attività occasionale
L'esercizio di un bed and breakfast può essere avviato senza necessariamente aprire la partita Iva. In questo caso, l'attività viene svolta in maniera saltuaria e occasionale e, quindi, non in forma imprenditoriale e senza l'organizzazione dei mezzi tipici di un'attività professionale. I proventi dell'attività di b&b vengono così tassati come "redditi diversi" derivanti da attività commerciale non esercitata abitualmente. Il reddito del b&b viene, dunque, calcolato sommando le ricevute rilasciate, meno le spese inerenti all'attività documentate attraverso ricevute o fatture fiscali.
Aprire un b&b come attività imprenditoriale
Se il reddito del b&b supera determinate soglie tale da non essere più considerata occasionale, diventa necessario aprire partita Iva e scegliere il regime fiscale più vantaggioso. In questo caso, fino ad un limite di 85.000 euro l'anno, il regime forfettario risulta essere la soluzione più adatta e conveniente per due semplici motivi:
- per questa tipologia di attività l'Agenzia delle Entrate prevede un basso coefficiente di redditività (che è fissato al 40%);
- i proprietari che danno in locazione b&b non devono versare i contributi fissi obbligatori all'INPS, ma solo quelli variabili in base al reddito.
Per le attività di b&b, affittacamere o case vacanza (con codice ATECO 55.20.51) che scelgono il regime forfettario, è prevista un'imposta sostitutiva del 15% sul reddito imponibile netto. Inoltre, per i contribuenti che iniziano una nuova attività con Partita Iva, l'aliquota del 15% può essere ridotta al 5% per i primi cinque anni (mentre dal sesto anno in poi viene applicata l'aliquota piena del 15%).
Per accedere a questa riduzione, bisogna essere in possesso dei seguenti requisiti:
- il titolare dell'attività non deve aver svolto, nei tre anni precedenti dell'inizio dell'attività, attività d’impresa anche in forma associata o familiare;
- la nuova attività non deve essere una continuazione di un'attività precedentemente svolta sia sotto forma di lavoro autonomo che dipendente;
- se un'attività già avviata viene rilevata da un altro soggetto, è necessario verificare che gli incassi generati l'anno precedente dall'attività siano congrui con quelli richiesti per aderire al Regime forfettario.
Oltre all'imposta sostitutiva, occorre versare all'INPS i contributi calcolati con un'aliquota del 24,09% (da applicare sempre sul 40% del reddito imponibile lordo).
Cosa serve per aprire un b&b: requisiti e documenti
Consultando i regolamenti diversi di regione in regione, è possibile comprendere quali sono, nello specifico, le pratiche burocratiche previste per l'apertura e la gestione di un b&b.
In tutti i casi, è necessario:
- compilare la modulistica per la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), che è possibile richiederla presso lo sportello SUAP del Comune di pertinenza. La documentazione da allegare varia da Regione a Regione. Solitamente vengono richieste la planimetria dell'abitazione, il contratto di proprietà (o di comodato d'uso), copia della polizza di assicurazione di responsabilità civile a favore degli ospiti.
- produrre documentazione necessaria presso gli Uffici Turistici per la classificazione della struttura.
- comunicare, di volta in volta, la presenza degli ospiti alle Autorità di Pubblica Sicurezza usando le apposite procedure (iscrizione al portale Alloggiati Web per la comunicazione dei dati degli ospiti e l'inoltro in tempo reale alla Questura).
Per quanto riguarda le caratteristiche degli alloggi, i regolamenti regionali richiedono che gli immobili siano in regola con i requisiti urbanistico-edilizi, igienico-sanitari e conformi alle norme di sicurezza degli impianti elettrici, a gas e di riscaldamento. Accanto al numero di stanze e posti letti, la disciplina sancisce anche la metratura minima delle camere: 14 mq per la camera doppia, 8 mq per la singola. La pulizia quotidiana degli ambienti è a carico del proprietario, così come il cambio della biancheria.
Come per le camere e per gli spazi comuni, anche i bagni devono avere gli arredi e le attrezzature essenziali. Stando alle norme regionali, non è necessario (ma consigliabile) dotare le camere di un bagno privato. Inoltre, se viene superato un certo numero di stanze o posti letto, alcune regioni rendono obbligatorio il bagno in camera ad uso esclusivo per gli ospiti.
Passiamo ora alla prima colazione. In linea generale, il servizio offerto all'interno del b&b deve includere cibi e bevande preconfezionati e non manipolati. La regola relativa ai prodotti non manipolati, però, non è inderogabile e le regioni possono fornire più o meno flessibilità ai gestori. Per approfondire, vi invitiamo alla lettura dell'articolo "Colazione in B&B: come gestirla e cosa offrire ai propri ospiti", in cui vengono esaminati i diversi regolamenti regionali in materia di somministrazione di cibi e bevande nei b&b.
Quanto costa aprire un b&b: investimenti e agevolazioni
L'apertura di un bed and breakfast prevede un investimento iniziale che può oscillare dai 30.000 ai 40.000 euro. Oltre ai costi necessari per le pratiche burocratiche e le varie consulenze, le spese da affrontare possono essere diverse e vanno dagli interventi di ristrutturazione dell'appartamento, agli arredi delle camere, dei bagni e degli spazi comuni, fino ad arrivare ai costi previsti per le attività di promozione del b&b.
Per agevolare l'avvio di una nuova attività extralberghiera, i proprietari possono accedere a finanziamenti e contributi a fondo perduto dedicati nello specifico al settore turistico-ricettivo (per approfondire, vi invitiamo alla lettura dell'articolo "Contributi a Fondo perduto per il Turismo: tutti i Bandi Aperti di Invitalia per il 2023").
Uno di questi è il contributo Nuove Imprese a Tasso Zero, promosso e gestito da Invitalia, che ha come obiettivo quello di sostenere l'imprenditoria giovanile e femminile attraverso un finanziamento senza interessi con cui è possibile coprire fino al 90% delle spese ammissibili. Possono accedere a questa agevolazione i giovani tra i 18 e i 35 anni e le donne di qualsiasi età che intendono avviare nuovi progetti di impresa, come appunto l'apertura di un b&b.
Un'altra agevolazione a cui è possibile accedere è Resto al Sud, gestita sempre da Invitalia. Questo incentivo è rivolto a soggetti di età compresa tra i 18 e 55 anni che intendono aprire nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del Centro Italia colpiti dagli ultimi eventi sismici (Lazio, Marche, Umbria). Resto al sud copre il 100% delle spese ammissibili (ristrutturazione, acquisto impianti e attrezzature, spese di gestione, ecc...) attraverso un contributo a fondo perduto (per il 50%) e un finanziamento bancario (per il restante 50%) garantito dal Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (gli interessi sono interamente a carico di Invitalia).
Diverse agevolazioni, finanziamenti e contributi a fondo perduto, vengono erogate anche dalle Regioni e Province Autonome. Segui le news di InfoHOTEL per restare aggiornato sulle opportunità per aprire o rinnovare una struttura ricettiva.