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Secondo uno studio condotto da World Capital Group, il settore alberghiero in Italia ha visto una significativa trasformazione dal 2018 ad oggi. Gli hotel di fascia alta, ossia quelli a 4 e 5 stelle, sono aumentati del 40%, segnando una netta inversione di tendenza rispetto alle strutture di categoria inferiore. Questa crescita riflette una tendenza verso un'offerta turistica di lusso, che non può prescindere da un numero adeguato di dipendenti qualificati. Il 2023, infatti, ha segnato un record storico nel numero di occupati, evidenziando l'importanza di una forza lavoro ben formata per soddisfare le aspettative sempre più elevate dei viaggiatori e garantire un servizio di eccellenza.

Nei prossimi paragrafi, esploreremo queste nuove tendenze, focalizzando l'attenzione su:

  • la crescita delle strutture di lusso
  • la diversificazione dell'offerta ricettiva 
  • l'importanza strategica di un personale qualificato nel settore alberghiero.

Dalla quantità alla qualità: la crescita delle strutture di lusso

Mentre le strutture ricettive in generale sono aumentate del 6,2%, con un totale di 229.531 unità (compresi residence e attività extralberghiere), il numero di alberghi di categoria più bassa è in costante calo, evidenziando un cambiamento nelle preferenze e nelle aspettative dei viaggiatori. Gli hotel a una, due e tre stelle, che costituiscono rispettivamente il 13%, 17% e 51% del mercato, hanno registrato un calo significativo dal 2018 ad oggi (rispettivamente -13%, -11% e -2%). Al contrario, gli hotel di lusso hanno visto una notevole crescita, con un incremento dell'8% per le strutture a 4 stelle e del 32% per quelle a 5 stelle. Anche se queste categorie rappresentano complessivamente meno del 25% del mercato totale, la loro crescita evidenzia una tendenza verso una maggiore richiesta di standard più elevati e servizi esclusivi.

Questo fenomeno è legato a diversi fattori: la crescita del turismo di lusso, l'evoluzione della domanda, il ricambio generazionale in molte strutture e un rinnovato interesse per iniziative di rigenerazione urbana. Le strutture alberghiere a conduzione familiare, soprattutto nelle città turistiche, hanno affrontato negli ultimi anni sfide complesse, accentuate dalla carenza di personale e dall'incremento delle aspettative degli ospiti, sempre più influenzati dalle recensioni online e dall'immagine dell'hotel. Di conseguenza, molte attività hanno avviato operazioni di rebranding non solo nelle grandi città, ma anche in destinazioni turistiche di prestigio. Inoltre, i progetti di rigenerazione urbana hanno incentivato l'espansione di numerosi marchi internazionali dell'hôtellerie, contribuendo all’ingresso di nuovi player anche nel mercato italiano.

La diversificazione dell'offerta ricettiva

Negli ultimi anni, il settore dell'ospitalità ha visto una significativa diversificazione delle opzioni disponibili per i viaggiatori. Oltre agli hotel tradizionali, l'offerta si è ampliata includendo soluzioni di soggiorno alternative, come b&b, appartamenti in affitto breve. Questo fenomeno riflette il cambiamento delle preferenze dei turisti, che cercano esperienze di soggiorno più flessibili e personalizzate. La crescente richiesta di "alloggi non convenzionali" ha favorito una frammentazione del mercato, dove l'ospitalità è ora caratterizzata da una molteplicità di opzioni che rispondono a diverse esigenze. Questa tendenza ha contribuito a ridefinire l'equilibrio tra le varie forme di accoglienza, portando a una maggiore competitività e un ampliamento dell'offerta complessiva.

Focus su Milano e Roma

Milano ha registrato una notevole espansione nel settore alberghiero, con un aumento del 63% nel numero di strutture ricettive dal 2018, accompagnato da una crescita del 9% nel numero di camere. La città, centro nevralgico per il business e gli eventi internazionali, attrae sempre più operatori alberghieri, che detengono il 44% delle strutture presenti. Il valore complessivo degli asset alberghieri a Milano è stimato in 8,5 miliardi di euro, distribuito tra operatori del settore (3,1 miliardi di euro) e investitori locali (2,8 miliardi di euro). 

Anche Roma ha visto un'espansione delle strutture ricettive, con un incremento del 40% dal 2018. Sebbene la crescita del numero di camere sia stata più contenuta (+1,5%), la capitale italiana mantiene un forte richiamo per i brand dell'hôtellerie. Gli operatori alberghieri possiedono oltre il 40% del patrimonio immobiliare alberghiero romano, il cui valore è stimato intorno ai 17,5 miliardi di euro.

L'importanza di un personale qualificato per un'offerta turistica di qualità

Un'offerta turistica di eccellenza non può prescindere da un personale qualificato e adeguato in numero alle esigenze di servizio. Secondo uno studio condotto da Federalberghi in collaborazione con l'Ente Bilaterale Nazionale per il Turismo, il 2023 ha visto un record storico di occupazione nel settore alberghiero, con una media di 224.026 dipendenti impiegati durante l'anno e un picco di 313.506 lavoratori nel mese di luglio. Questo numero rappresenta il valore più alto mai registrato nel settore e sottolinea l'importanza di una forza lavoro dinamica per rispondere alle crescenti aspettative dei clienti, che cercano esperienze di soggiorno di alto livello.

La ricerca evidenzia una forza lavoro composta principalmente da giovani (quasi la metà del totale) e donne (52,8%), e una significativa presenza di lavoratori stranieri, che rappresentano oltre il 30,8% del totale. Questi dati indicano come il settore alberghiero non solo offre opportunità di occupazione per le fasce tradizionalmente più svantaggiate, ma svolge anche un ruolo chiave nell'integrazione e nello sviluppo del tessuto sociale.

Questa crescita occupazionale è caratterizzata da un aumento della dimensione media delle aziende alberghiere, passata da 12,1 dipendenti nel 2019 a 13,4 nel 2023, con un picco di 16,1 dipendenti a luglio. Parallelamente, si è osservato un incremento nel numero di lavoratori stagionali, che rappresentano oggi il 48% del totale rispetto al 42,6% del 2019. In confronto, i lavoratori a tempo indeterminato sono diminuiti leggermente, passando dal 37,5% al 33,9% del totale. Questo scenario evidenzia come la flessibilità e l'adattamento alla stagionalità sono caratteristiche chiave del settore, insieme all'adozione di contratti a tempo determinato e intermittente.

Anche la distribuzione geografica della forza lavoro ricettiva presenta aspetti interessanti. Il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con il maggior numero di dipendenti nel settore alberghiero, con 33.440 lavoratori, seguita da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana. Più di un terzo degli occupati si concentra nelle regioni del Nord-Est, dove l'attività turistica è più intensa, mentre le isole, pur rappresentando una percentuale minore del totale, hanno registrato il maggior incremento dal 2019 (+15%). Tra le province, Bolzano spicca con 23.406 dipendenti, seguita da Roma, Milano, Venezia e Napoli.

Conclusioni

Nonostante l'incremento del numero di dipendenti, emerge un'importante sfida legata al mantenimento di standard elevati. La crescita delle strutture di lusso e l'espansione del mercato extra-alberghiero richiedono un continuo investimento nella formazione e nella ricerca di personale qualificato, per garantire un servizio impeccabile e soddisfare le aspettative di una clientela sempre più esigente. In questo contesto, il settore deve saper adattarsi non solo alle fluttuazioni stagionali, ma anche alle evoluzioni delle esigenze dei viaggiatori, che richiedono esperienze personalizzate e servizi di qualità.

 
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