Dopo le misure adottare a New York, anche l'Italia sta prendendo in considerazione una serie di provvedimenti per regolamentare gli affitti brevi. L'ufficio legislativo del Mistero del Turismo ha preparato la bozza di un nuovo decreto, presentandolo alle associazioni di categoria che hanno partecipato attivamente ai recenti dibattiti. Le misure contenute mirano a limitare la proliferazione degli alloggi destinati agli affitti brevi nelle città e nelle mete ad alto flusso turistico, attraverso un inasprimento della normativa attualmente in vigore.
Il nuovo Disegno di Legge (Ddl Turismo) introduce alcune modifiche significative rispetto alla sua versione precedente (resa nota lo scorso maggio). Inizialmente, l'obiettivo era contrastare il problema del turismo eccessivo rispetto alle capacità ricettive di ogni singola località e preservare la "vitalità" dei centri storici, ma ora il ministero vuole concentrarsi sulla creazione di regole uniformi a livello nazionale e sulla lotta all'abusivismo nel settore.
Vediamo nel dettaglio il contenuto della bozza e quali sono le novità che si intende introdurre per venire incontro alle richieste delle associazioni di categoria e delle amministrazioni comunali che da tempo chiedono di risolvere definitivamente la questione sugli affitti brevi, soprattutto dopo la notizia della stretta applicata dalla municipalità di New York.
Nuova regolamentazione sugli affitti brevi: sanzioni, CIN e tassazione
Tra le nuove disposizioni, è previsto l'aumento delle sanzioni, con multe che possono arrivare fino a 5 mila euro per chi affitta una casa per una sola notte. Quindi il "minimum stay" è di almeno due notti negli immobili siti nei centri storici delle città metropolitane e nei comuni ad alta densità turistica. Rispetto alla bozza di maggio, non sono previste regole diverse per i nuclei familiari composti da almeno un genitore e tre figli.
Ribadito l'obbligo del codice identificativo nazionale (CIN) da collegare al singolo immobile. Per la raccolta delle informazioni la competenza resta al Ministero del Turismo, mentre saranno le regioni a rilasciare i CIN. I comuni, invece, dovranno controllare l'applicazione del CIN su tutte le piattaforme di prenotazione e i canali di promozione. Per la mancata esposizione del CIN è prevista una sanzione che può variare da 500 a 5 mila euro, con rimozione immediata dell'annuncio (è ancora da specificare se la multa va all'host, al gestore o alla piattaforma). Infine, per chi non richiede il CIN la sanzione è di massimo 8 mila euro.
Un'altra differenza rispetto alla versione precedente è il limite di appartamenti in affitto breve appartenenti allo stesso proprietario, il cui numero scende da quattro a due e per i quali resta vigente la tassazione con cedolare secca.
Infine, il ministero ha deciso di aggiungere alla nuova bozza la proposta di Federalberghi relativa alle caratteristiche degli appartamenti destinati alle locazioni brevi. Nello specifico, le singole case dovranno seguire la stessa normativa antincendio applicata agli alberghi e alle strutture ricettive imprenditoriali, obbligando i proprietari di dotare gli immobili di apposita strumentazione per la rilevazione del monossido di carbonio.
Le reazioni delle associazioni di categoria
Rispetto alla nuova bozza, le associazioni di categoria hanno espresso alcune criticità, chiedendo chiarimenti e ulteriori modifiche. Da un lato Federalberghi ritiene che chi acquista due appartamenti e li affitta nei weekend stia effettivamente conducendo un'attività commerciale e, quindi, dovrebbe essere tassato come qualsiasi altro imprenditore. Per questo motivo, il minimum stay dovrebbe essere portato ad almeno tre notti oppure imporre un cambio di destinazione degli immobili da abitativo a commerciale, con tutte le normative e la tassazione associate.
Dall'altra parte, l'Aigab, l'associazione italiana dei gestori di affitti brevi, si è mostrata decisamente insoddisfatta delle nuove proposte di legge, in quanto potrebbero introdurre complessi adempimenti per i proprietari degli immobili (come l'adeguamento alle norme antincendio e l'installazione di rilevatori di monossido di carbonio), nonché restrizioni che rendono meno conveniente l'utilizzo degli affitti brevi (come il minimum stay e il numero ridotto di appartamenti da destinare alle locazioni brevi).