Con la distribuzione delle risorse prevista dal Recovery Plan, i fondi destinati al settore turistico passano da 3,1 a 8 miliardi di euro. Le associazioni di categoria accolgono la notizia con qualche perplessità, sottolineando l'assenza di aiuti da destinare alla ristorazione, altro settore fortemente colpito dall'emergenza Covid e che rappresenta la seconda voce di spesa dei turisti.
Come dovranno essere impiegate queste risorse e quali sono i progetti da realizzare per il rilancio del comparto turistico? Lo scopo principale è quello di aumentare il livello di attrattività del Paese attraverso opere di modernizzazione delle infrastrutture e investimenti volti alla formazione e al potenziamento delle strutture turistico-ricettive. Stando alla bozza redatta dal Governo, gli 8 miliardi di euro potrebbero essere così ripartiti:
- 1,90 mld per Cultura 4.0 (progetto che promuove l'integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi di cultura attraverso attività di formazione specialistica turistica, archeologica e di restauro);
- 3,4 mld da desinate ai siti minori, aree rurali e periferie;
- 2,70 mld da riservare ai luoghi che rappresentano i grandi attrattori turistico-culturali italiani.
Inoltre, uno degli obiettivi del Recovery Plan, così come disposto dall'Unione Europea, è quello di incrementare l'occupazione del 10%. Per questo, gli interventi promossi e realizzati dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dovranno puntare sulla professionalità e sull'imprenditoria femminile e giovanile, destinando risorse anche su base territoriale (in particolare alle regioni del Mezzogiorno).
Le associazioni di categoria hanno evidenziato alcune criticità sulla ridistribuzione delle risorse proposta dal Governo. Pur vedendo in questi fondi un'importante opportunità di ripresa per le attività turistiche, alcuni rappresentanti considerano la decisione non proporzionata alla grave crisi che sta vivendo il comparto.
La Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ha accolto positivamente la bozza, ma ha anche evidenziato la mancanza di fondi da destinare alla ristorazione:
Se così fosse, sarebbe un danno enorme, visto che questa con 21 miliardi di euro negli anni pre-pandemia rappresenta la seconda componente di spesa per i turisti e addirittura il servizio maggiormente apprezzato da parte degli stessi. Un'eccellenza assoluta che deve essere valorizzata soprattutto ora che il turismo necessita di un’azione di forte rilancio.